Ed Moschitz
Austria, Italia, Moldavia – 2011 – 95′
Scheda film
Regia, Soggetto, Sceneggiatura: Ed Moschitz; Montaggio: Alexandra Löwy, Cordula Werner; Musica: Zdob şi Zdub; Produzione: Arash T. Riahi & Michael Seeber
Sinossi
Il film segue per più di dieci anni tre donne che lavorano illegalmente in Austria e in Italia come domestiche. Sacrificano i propri risparmi e rischiano la vita pur di diventare stranieri illegali all’estero. Le lavoratrici come loro si separano per molti anni da figli e famiglia, non hanno alcun diritto all’assistenza medica e corrono il rischio continuo di essere espatriate. Le storie che raccontano sono angoscianti: conoscono a malapena i propri figli, ma rinunciano a tutto pur di offrire loro un futuro migliore. Quando tornano a casa, i membri della famiglia si accorgono che non avrebbero mai dovuto lasciarle andare.
Regia: Jessica Di Benedetto; Soggetto/Sceneggiatura: Jessica Di Benedetto; Suono: Salvatore Carducci; Montaggio: Francesca Spinozzi
Sinossi
Documentario che racconta l’integrazione degli immigrati africani in una regione come l’Abruzzo raccogliendo le testimonianze degli uomini che vivono in prima persona questa situazione.
Regia: Gianfranco Marino; Montaggio: Marco Libretti; Musica: “Il mondo stretto in una mano” di Daniele Silvestri Produzione: Emergency in collaborazione con Lab8
Sinossi
Migranti, stranieri, nuovi poveri raccontano la loro vita in Italia e l’aiuto ricevuto dai medici di Emergency.
«Life in Italy is OK»: a dirlo è Gloria, una paziente nigeriana del Poliambulatorio di Palermo. Un’affermazione quasi paradossale, comprensibile solo immaginando un’altra vita, quella che Gloria ha lasciato nel suo Paese.
Hanno un’opinione diversa Michele, disoccupato veneto, e Aldo, ex autista di autobus, ormai senza lavoro e senza casa, che si sentono stranieri pur essendo nati in Italia. Storie come la loro o come quella di Ousmane – bracciante agricolo da molti anni in Italia – sono al centro del documentario che racconta la vita quotidiana e le difficoltà di persone diverse ma legate da un bisogno comune: la ricerca di una vita migliore. Gloria, Ousmane, Michele, Aldo sono tra le persone che abbiamo curato in questi anni nei suoi poliambulatori di Palermo e di Marghera e nei due ambulatori mobili che prestano servizio in aree disagiate.
Regia: Martin Fliri; Montaggio: Michele Lezza; Produzione: ZeLIG film
Sinossi
La coltivazione di mele Alto Atesina, fortemente industrializzata, dipende da lavoratori stranieri. La maggior parte di loro composta da uomini, tra i 30-40 anni e provenienti dai paesi dell’ est; lavorano nelle piantagioni locali piu’ volte l’anno. Un documentario sul lavoro migrante e sull’accoglienza. Sulla nostalgia di casa e la voglia di partire. Girato in 16mm tra l’Italia e la Slovacchia durante il susseguirsi delle stagioni.
Regia: Carlo Mazzacurati
Interpreti: Giovanni Capovilla (Giovanni), Ahmed Hafiene (Hassan), Valentina Lodovini (Mara), Giuseppe Battiston (Amos), Roberto Abbiati (Bolla), Natalino Balasso (Franco), Stefano Scandaletto (Guido), Mirko Artuso (Frusta), Fabrizio Bentivoglio (Bencivenga); Soggetto, sceneggiatura: Carlo Mazzacurati, Doriana Leondeff, Marco Pettenello, Claudio Piersanti Musiche: Tin Hat Montaggio: Paolo Cottignola Costumi: Francesca Livia Sartori Scenografia: Giancarlo Basili Fotografia: Luca Bigazzi Aiuto regista: Marco Segato Produttore: Domenico Procacci
Sinossi
In un lembo remoto d’Italia alle foci del Po, c’è un piccolo paese: poche case isolate che una gru sembra avere incongruamente deposto in quel paesaggio piatto e desolato. Su questo scenario evanescente si disegna l’incontro tra Hassan e Mara. Lui è un meccanico tunisino, che con anni di onesto e duro lavoro si è conquistato stima e rispetto, lei una giovane maestra, che una supplenza ha portato lì, in attesa di partire per il Brasile con un progetto di cooperazione.
Giovanni, diciottenne aspirante giornalista, passa molto tempo ad aggiustare una vecchia motocicletta nell’officina di Hassan ed è qualcosa di più che un testimone della storia che nasce tra loro. Una storia che comincia sotto il segno dell’inquietudine, con Hassan che la notte spia Mara nella casa isolata in cui ha preso alloggio, e lei che dopo averlo scacciato intreccia con lui una relazione. Ma Hassan non è l’unico a essere attratto da Mara. Anche Giovanni, infatti, a suo modo la spia: grazie alla sua abilità con i computer penetra nella posta elettronica di Mara e legge i messaggi che lei scrive e riceve.
Castel Volturno, circa trenta chilometri da Napoli. È il 18 settembre 2008. Un commando di camorristi irrompe in una sartoria di immigrati africani. Sparano all’impazzata un centinaio di proiettili, ammazzando sei ragazzi di colore e ferendone un altro gravemente. Yussouf, un giovane immigrato, ha deciso quella stessa sera di chiudere i conti con suo zio Moses. L’uomo che lo ha convinto a venire in Italia. Promettendogli un futuro da onesto artigiano e trasformandolo invece nel cinico gestore di un giro milionario di cocaina. Invischiati nella loro storia, un altro ragazzo africano, Germain, finito per caso nel luogo della strage; la sua ragazza Asetù, che quella stessa sera canta in pubblico una canzone di Miriam Makeba; Suad, una prostituta che Yussouf sogna di riscattare dai suoi padroni.
Regia: Patricia Boillat, Elena Gugliuzza; Fotografia: Patricia Boillat; Montaggio: Elena Gugliuzza; Musica: Giovanni Venosta; Produzione: La Boite Visual Art
Sinossi
Sguardo etnopoetico sulle “Cantine Isola“, storica enoteca situata dal 1896 in una zona popolare di Milano che negli ultimi anni è diventata il cuore dell’attuale Chinatown. Girato tra luglio 2009 e ottobre 2010, in questo rione minacciato da grandi metamorfosi urbane, il documentario narra di comprensione intercomunitaria, di trasmissione del sapere, di sensazioni condivise, di profumi inebrianti e di incantesimi poetici.
Regia: Sabrina Varani Con: Francesca Melandri, Giorgio Manzi, Massimo Rendina, Teresa Melandri, Aster Carpanelli, Carmine Panico, Major Shaleka Dejene Meshesha, Elfinesh Tegeni, Tewodros Seyoum, Igiaba Scego, Don Alessandro De Sanctis Soggetto: Francesca Melandri Sceneggiatura: Sabrina Varani Musiche: Pietro Bartoleschi Produzione: Aamod, B&B Film; in collaborazione con Istituto Luce
Sinossi
All’origine del nuovo romanzo che la scrittrice Francesca Melandri sta preparando, vi è l’urgenza personale di fare luce sulla propria figura paterna. Francesca è a conoscenza dell’adesione giovanile del padre al regime fascista. Tuttavia, dai racconti familiari, sa anche che Franco, come molti, ha subito una profonda conversione antifascista durante la guerra, in particolare di fronte alla tragedia della campagna di Russia.
Il ritrovamento negli archivi di un articolo che porta la firma del padre rivela però una realtà molto diversa. In cerca di risposte, la scrittrice si avventura in altre leggende, più collettive e pubbliche, quelle legate alla guerra d’Abissinia, poco raccontata alla generazione post-bellica e tradizionalmente rappresentata come un’occupazione bonaria e praticamente indolore. La sua ricerca, condotta attraverso un viaggio in Etiopia, testimonianze dirette e studio delle fonti storiche, racconta invece un’altra storia, fatta di stragi sanguinose e violenze efferate.
Francesca studia e indaga per cinque anni, elaborando le sue conoscenze in una narrazione complessa, che intreccia il nostro passato coloniale con l’Italia intollerante e razzista di oggi, riscoprendo dolorosamente i nostri legami culturali con quell’ideologia violenta, mai realmente debellata alla radice, che, come un fiume carsico, vediamo riemergere nel nostro presente.
Il film è il racconto di questa ricerca, che intreccia passato e presente, rimozioni private e pubbliche, e del processo creativo che trasforma la realtà biografica e storica in letteratura.
Nene Grignaffini, Francesco Conversano
Brescia, Moldavia – 2016 – 56′
Scheda film
Regia: Nene Grignaffini, Francesco Conversano Con: Lilia Bicec Soggetto: Nene Grignaffini, Francesco Conversano Sceneggiatura: Nene Grignaffini, Francesco Conversano Montaggio: Stefano Barnaba Fotografia: Giulio Pietromarchi
Sinossi
La storia è quella di Lila Bicec, giornalista moldava costretta dalla povertà a emigrare in Italia e a cambiare identità, a diventare una badante a lavorare in clandestinità e in condizioni umilianti. Sono moldave in gran parte le baby-sitter, le badanti le colf che lavorano nelle famiglie della borghesia italiana. Si tratta spesso di donne laureate, colte e costrette a fare lavori manuali, pesanti e mal pagati. Quello dalla Moldova è il più grande esodo tutto al femminile della nostra epoca. Sono queste donne con le loro rimesse a mantenere in vita l’economia di un paese povero. La storia di Lila è però anche una storia di riscatto, la testimonianza di come la curiosità intellettuale sia una forma di salvezza dalle ingiustizie e dale disuguaglianze.
Il Libano, uno stato di 4 milioni di abitanti ospita 2 milioni di profughi siriani. Cifre che suonano umilianti per un’Europa che con i suoi cinquecento milioni di abitanti litiga continuamente per ospitarne 1 milione e vede nell’immigrazione una minaccia e non un’opportunità. Francesca Mannocchi e Alessio Romenzi ci raccontano la vita dei profughi siriani in Libano e soprattutto le storie dei bambini che non possono studiare, costretti a lavorare per una manciata di dollari al giorno. Una generazione, quella dei profughi bambini che ha perso il diritto fondamentale all’istruzione e allo studio.