Vite in attesa

Alessio Genovese, Rosario Riginella, Gaspare Pellegrino
Trapani – 2011

Scheda film

Regia: Alessio Genovese, Rosario Riginella, Gaspare Pellegrino

Sinossi

“Vite in attesa: storie di ordinaria migrazione” è un film documentario che affronta la realtà delle migrazioni contemporanee nel Mediterraneo. Partendo dal territorio della provincia di Trapani, in Sicilia, si è scelto di raccontare il passaggio da terra di emigrazione a terra di immigrazione che sta coinvolgendo l’intero sud Europa. Il perdurare della crisi economica, l’intensificarsi degli arrivi di migranti dall’Africa e l’inasprimento delle leggi sull’immigrazione sono i principali fattori che stanno contribuendo al lento processo di trasformazione di questo territorio. Fino a non molto tempo fa i migranti passavano semplicemente da Trapani con l’intenzione di proseguire il viaggio verso il Nord oggi, invece, la maggior parte di quelli che arrivano in città decidono di restare. Difronte all’incertezza di un nuovo viaggio molti scelgono di costruire il loro futuro qui. Nel Sud abbandonato dai giovani siciliani la presenza degli immigrati rappresenta una chance di ripresa economia e culturale. Restano da raccontare una quotidianità di sacrifici e ristrettezze, i problemi nell’apprendimento della lingua, l’integrazione con il luogo, il sogno di una vita migliore, le difficoltà burocratiche per i permessi di soggiorno, il lavoro in nero, le case dormitorio, l’incubo del reato di clandestinità che incombe su tutti gli immigrati, regolari e non. Sono storie di ordinaria migrazione dimenticata o manipolata dal linguaggio dei media e che meritano di più per il semplice fatto che sono storie di uomini e donne che vivono qui con noi, adesso.

Un paradiso di schiavi

Sandro Di Domenico
San Nicola Varco (Sa), Castel Volturno (Ce), Napoli – 2011

Scheda film

Regia: Sandro Di Domenico;
Produzione: Progetto Citylab.tv dell’Associazione Ilaria Alpi

Sinossi

Un documentario in tre puntate. Salerno, Caserta, Napoli: un viaggio nel Sud tra le storie di vita dei migranti, sempre sospesi tra legalità e illegalità, sogni e tragedie. Dal ghetto di San Nicola Varco, con «(Non solo) Cristo si è fermato a Eboli», dove intorno allo scheletro di un mercato ortofrutticolo mai nato vivevano 800 migranti marocchini. Prima che la magistratura ne disponesse lo sgombero l’11 novembre 2009. Braccianti agricoli sfruttati nelle ricche colture della Piana del Sele e diventati di colpo fantasmi. «Kalifoo ground, Castel Volturno» invece torna al 18 settembre del 2008: sei migranti africani vennero ammazzati, trucidati da una tempesta di pallottole. È Peppe Setola detto “o’ cecato”, a capo dell’ala stragista del clan dei Casalesi a guidare il commando. Kalifoo ground è uno spettacolo teatrale ideato da Erminia Sticchi e dal gruppo artistico Skaramacay e nato coinvolgendo italiani e africani insieme. Infine Napoli, con «AfroNapoli United, Ricomincio dal calcio». Nella città partenopea per un uomo guadagnarsi una posizione sociale dipende anche dalla bravura con cui tratta il pallone con i piedi. Così, insieme, immigrati e italiani, hanno dato vita a una squadra che si chiama Afro-Napoli ed è composta da 13 napoletani e 17 atleti di nazionalità diversa: Senegal, Costa D’Avorio, Nigeria, Tanzania e Tunisia.

Terraferma

Emanuele Crialese
Italia, Francia – 2011 – 88′

Scheda film

Regia: Emanule Crialese;
Con: Donatella Finocchiaro, Beppe Fiorello, Mimmo Cuticchio, Martina Codecasa, Filippo Pucillo, Tiziana Lodato, Claudio Santamaria, Timnit T., Filippo Scarafia, Pierpaolo Spollon, Robel Tsagay Abraha;
Soggetto, Sceneggiatura: Emanuele Crialese, Vittorio Moroni;
Fotografia: Fabio Cianchetti;
Montaggio: Simona Paggi;
Musica: Franco Piersanti;
Produzione: Cattleya, Rai Cinema, Cinesicilia, Babe Film, France 2 Cinéma, Canal+, CinéCinéma

Sinossi

Due donne, un’isolana e una straniera: l’una sconvolge la vita dell’altra. Eppure hanno uno stesso sogno, un futuro diverso per i loro figli, la loro Terraferma. Terraferma è l’approdo a cui mira chi naviga, ma è anche un’isola saldamente ancorata a tradizioni ferme nel tempo. È con l’immobilità di questo tempo che la famiglia Pucillo deve confrontarsi. Ernesto ha 70 anni, vorrebbe fermare il tempo e non vorrebbe rottamare il suo peschereccio. Suo nipote Filippo ne ha 20, ha smesso di pescare pesci per catturare turisti. Sua madre Giulietta, giovane vedova, sente che non potrà mai esserci un futuro né per lei, né per suo figlio Filippo. Per vivere bisogna trovare il coraggio di andare. Un giorno il mare sospinge nelle loro vite altri viaggiatori, tra cui Sara e suo figlio. Ernesto li accoglie: è l’antica legge del mare. Ma la nuova legge dell’uomo non lo permette e la vita della famiglia Pucillo è destinata ad essere sconvolta e a dover scegliere una nuova rotta.

Storie di Libertà

Paolo Inno, Riccardo Specchia
Manduria (Ta) – 2011 – 15′

Scheda film

Regia: Paolo Inno, Riccardo Specchia;
Formato: AVI PAL DV

Sinossi

Il videoreportage, dal titolo “Storie di Libertà”, racconta l’umanità confinata dentro alla tendopoli attraverso le storie di Chokri, Soufien, Iadh e degli altri ragazzi che affollano il C.A.I. di Manduria (TA).
“Storie di Libertà” racconta e riassume le “scivolose” dinamiche di interazione tra la comunità locale e gli immigrati e restituisce dignità alle storie di ciascuno, forse persino speranza: perché Chokri sogna la libertà, Iadh ha una ragazza che lo aspetta per il loro matrimonio in Tunisia e Soufien auspica nient’altro che una “vita semplice”. Il racconto, della durata di circa 15 minuti, si conclude con le immagini della pacifica protesta dei migranti che, al grido “Liberté, liberté”, si riversano nel viale che conduce al C.A.I. In coda al video, una sequenza di immagini inedite catturate dentro la tendopoli da Iadh, uno degli amici tunisini conosciuti e intervistati durante le riprese.

Schiavi

Giuseppe Laganà
Foggia, Rosarno (RC) – 2011 – 52′

Scheda film

Regia: Giuseppe Laganà;
Produzione: RAI Tre

Sinossi

A scuola studiamo che la schiavitù è stata abolita nella seconda metà dell’Ottocento e ci sembra assurdo che solo duecento anni fa un essere umano poteva essere proprietà di un altro essere umano.
Ma che succede nella realtà? Esiste ancora la schiavitù? O peggio, una nuova forma più insidiosa di schiavitù, che si realizza attraverso la negazione dei diritti fondamentali e il rispetto per la persona umana.
Tre storie raccontano i nuovi schiavi: “Miss Lagos”, detta così per la sua bellezza, una piccola regina ridotta in schiavitù nell’inferno della prostituzione, Aboubakar venuto dal Mali a lavorare in Puglia e massacrato di botte per aver preteso il giusto salario e infine James, ghanese che ha attraversato il deserto, la Libia, ed è sopravvissuto alla pericolosissima traversata via mare fino all’Italia per arrivare a Rosarno in Calabria, dove è stato aggredito, malmenato e lasciato mezzo morto in un campo.

Recinti. Manduria 2011

Andrea Gadaleta Caldarola
Lampedusa (Ag), Manduria (Ta), Ventimiglia (Im) – 2011 – 40′

Scheda film

Regia: Andrea Gadaleta Caldarola, in collaborazione con Nicola Angrisano, Sara Cotugno, Alessandro Ventura, Giordano Balsamo, Filomena Canino, Antonio Veneziano, Raffaele Romano, Isabella Urru, Alfonso De Vito, Alternative Visuali, Libera Espressione;
Musica: Federico Ancona

Sinossi

Nei primi 5 mesi del 2011 sbarcano a Lampedusa 56.000 migranti, metà dei quali sono tunisini, in fuga dopo che le rivolte hanno portato alla caduta del regime di Ben Ali e all’annullamento degli accordi di cooperazione che limitavano i flussi migratori verso l’Europa.
Nel Sud Italia nascono nuove strutture per accogliere i migranti provenienti da Lampedusa. A Manduria, nella campagna pugliese, sorge la tendopoli più grande. Il reportage racconta nascita della tendopoli di Manduria e la permanenza dei tunisini nel campo. Ripercorre le tappe dei migranti fino al rilascio dei permessi di protezione umanitaria, dall’isola di Lampedusa fino a Ventimiglia, passando da Manduria. Il reportage analizza il quadro giuridico, l’impatto sul territorio e il ruolo dei media nella gestione dell’emergenza.

Non è un paese per neri

Luca Romano, Francesco Amodeo, Armando Andria e Mario Leombruno
Castel Volturno (Ce) – 2011 – 50′

 

Scheda film

Regia: Luca Romano, Francesco Amodeo, Armando Andria e Mario Leombruno

Sinossi

Villa Literno, 24 agosto 1989. Jerry Essan Masslo, giovane migrante sudafricano che lavora come bracciante, sta dormendo nel casolare abbandonato dove vive con altri 30 ragazzi africani. Quattro rapinatori incappucciati irrompono nella loro stanza. Uno di loro lo uccide. Castel Volturno, 18 settembre 2008. Un gruppo di migranti provenienti da Ghana, Togo, e Liberia è riunito davanti alla sartoria Ob Ob Exotic Fashion. Un commando della camorra piomba nel piazzale ed esplode oltre 130 colpi di kalashnikov. Sei persone sono trucidate, nessuna di loro era legata alla malavita. Due episodi che hanno insanguinato la stessa terra, dove migliaia di migranti vivono e lavorano come schiavi, ingoiati dal mercato delle braccia. In mezzo, vent’anni di lotte e resistenza, per ottenere diritti che non riguardano solo i lavoratori immigrati, ma tutti gli abitanti di questo territorio.

Next stop Lampedusa

Nicola Angrisano
Lampedusa (Tp) – 2011 – 33′

Scheda film

Regia: Nicola Angrisano

Sinossi

La videonarrazione di tre giorni a Lampedusa durante gli sbarchi dalla Tunisia. Un’isola trasformata in “confino” per i migranti tunisini e i suoi stessi abitanti.

Luoghi comuni

Angelo Loy
Roma – 2015 – 75′

Scheda film

Regia, soggetto, sceneggiatura: Angelo Loy
Con
: Mona Mohamed Abo Khatwa, Ahmed Khodir, Mohamed Khodir, Lamis Khodir, Nunzio Ciotti, Gennaro Cinquegrana
Montaggio: Angelo Loy, Desideria Rayner (Supervisione), Aline Hervè (Supervisione)
Fotografia: Angelo Loy
Suono: Paolo Modugno
Produzione: Associazione Asinitas Onlus; in collaborazione con El Shoubrawi

Sinossi

Mona vive in Italia da 18 anni ma sogna di tornare in Egitto; i suoi due figli, entrambi nati in Italia, amano l’Egitto ma non lascerebbero mai l’Italia; suo marito Ahmed detesta l’Egitto e non ama l’Italia…
Luoghi Comuni” racconta di una donna egiziana e della sua famiglia, dei sogni, delle aspirazioni, e della nostalgia. Delle contraddizioni intorno all’idea di “casa”, dove per casa non s’intende solo un luogo fisico, ma anche i sentimenti, le relazioni e le emozioni ad esso connessi.
E lo fa attraversando con Mona (e i suoi enigmi) le vicissitudini di uno sfratto, il percorso di occupazione, fino a un simbolico ritorno in Egitto, dove Mona ha lasciato un fratello a cui ha fatto da madre e dove ha riposto la speranza di una vita adulta.
In questo percorso di sfide e di conquiste precarie, il film si apre, grazie alla mediazione di Mona, alla realtà italiana, rivelando storie e nuove dimensioni di solidarietà, fino a superare la contrapposizione straniero/italiano e per assumere una dimensione in cui ci si possa riconoscere e che vada oltre, appunto, i luoghi comuni.

L’altro volto della speranza

Aki Kaurismäki
Helsinki – 2017 – 98′

 

Scheda film

Regia, soggetto, sceneggiatura: Aki Kaurismäki
Con: Sherwan Haji (Khaled Ali), Sakari Kuosmanen (Waldemar Wikstrom), Ilkka Koivula (Calamnius)
Fotografia: Timo Salminen
Montaggio: Samu Heikkilä
Scenografia: Markku Pätilä

Sinossi

Un commerciante di camicie di Helsinki litiga con sua moglie e la lascia. Decide poi di abbandonare la propria attività e gioca a poker i propri risparmi. Con le vincite compra un ristorante di scarso successo dove lavorano tre dipendenti, i quali lo guardano inizialmente con un certo scetticismo. Un richiedente asilo siriano, al quale le autorità competenti hanno negato lo status di rifugiato disponendone il rimpatrio ad Aleppo, evita l’espulsione e fa conoscenza con il proprietario del ristorante venendo assunto in nero da quest’ultimo. Il siriano sta cercando di ritrovare la propria sorella, della quale aveva preso le tracce sulla rotta balcanica che i due avevano seguito per entrare nell’Unione europea. I dipendenti e il proprietario del ristorante cercheranno di aiutarlo in questa ricerca.