Sola andata. Il viaggio di un Tuareg

Fabio Caramaschi
Pordenone – 2010 – 52′

Scheda film

Regia, Soggetto, Sceneggiatura, Fotografia: Fabio Caramaschi;
Con: Alkassoum, Sidi;
Suono: Francesco Morosini;
Montaggio: Silvia Caracciolo;
Musica: Riccardo Cimino;
Produzione: Fabio Caramaschi e Sylvia Stevens per FactionFilms

Sinossi

Due giovanissimi fratelli Tuareg, nati nel deserto del Niger, si trovano separati dal loro destino di migranti. Il più piccolo, Alkassoum, è rimasto bloccato in Africa per anni per problemi di ricongiungimento, mentre il più grande, Sidi, cresceva in Friuli, nel cuore del Nordest industriale italiano con il resto della sua famiglia e la piccola comunità che i Tuareg hanno costituito a Pordenone lavorando come operai nelle fabbriche della zona. È proprio Sidi, armato lui stesso di una telecamera ad accompagnarci alla scoperta della loro condizione sospesa tra il desiderio di integrarsi nella realtà italiana e la nostalgia degli immensi spazi dell’infanzia africana.

Dalle note di regia: “Ho incontrato i protagonisti di questa storia quasi dieci anni fa in Niger e il rapporto di amicizia e di fiducia reciproca che si è instaurato tra noi è l’elemento fondamentale che ha permesso la realizzazione di questo lungo e complesso progetto documentario. Grazie ad un paziente lavoro di avvicinamento, la mia telecamera è diventata per i Tuareg e in particolare per i giovani protagonisti Sidi ed Alkassoum, non solo un compagno di viaggio cui rivelare confidenze e desideri, ma anche un utile alleato in un difficile percorso di comprensione e di riaffermazione della propria identità culturale. Il fatto che sia lo stesso Sidi a filmare parte delle immagini e delle interviste mi ha permesso di offrire a lui la possibilità di esprimersi e auto-rappresentarsi”.

Non tutti i neri vengono per nuocere‬

Salvatore Nappa
Provincia di Caserta – 2010 – 50′

Scheda film

Regia: Salvatore Nappa;
Produzione: Associazione di Volontariato Jerry Masslo

Sinossi

Una sorta di film documentario sulla realtà dell’immigrazione nella zona domiziana. Il film parla delle vicende di Elizabeth, giovane donna nigeriana, costretta prima a prostituirsi e poi a diventare inconsapevolmente corriere della droga per conto di organizzazioni crimnali italiane e straniere. Il film è stato girato con poche risorse economiche e con attori non professionisti; protagonisti sono gli utenti ed operatori della Jerry Masslo, improvvisatisi attori per raccontare le tristemente solite vicende di una terra difficile ove solidarietà e sfruttamento vivono fianco a fianco.

Nato sotto un altro cielo

Roberto Magnini
Torino – 2010 – 52′

Scheda film

Regia: Roberto Magnini;
Produzione: Etra Associazione Culturale;

Sinossi

Sheikh è arrivato dal Gambia in Italia un po’ per caso nel 1989, a 23 anni. Nel 1990 è arrivato a Torino. Operaio metalmeccanico per 12 anni, poi in mobilità, quindi in un call center, ora impiegato. È sposato con Sara, milanese, psicologa. Hanno due figli, Momodoù e Iboù, di 4 e 2 anni. Nel 2004, dopo 15 anni di impeccabile permanenza sul territorio italiano, gli viene concessa la cittadinanza. Sheikh è cittadino italiano. I preparativi per la partenza di tutta la famiglia per il Gambia sono il prologo di un film che inizia con l’arrivo a Serekundà, la città dove è nato Sheikh. Ad attenderlo c’è tutta la sua famiglia: padre, madre, sorelle, fratelli, nipoti, parenti, amici. Un grande clan come sono le famiglie africane. Gli incontri e i dialoghi di Sheik ci daranno la possibilità di verificare quanto egli sia cambiato dopo vent’anni di permanenza in Italia. Ora egli è il frutto dell’integrazione fra due culture così diverse. Avremo conoscenza diretta della distanza “culturale” che egli ha dovuto “riempire” per giungere ad un esito positivo di integrazione.

Jamal va in Europa

Paolo Palermo
Brindisi – 2010 – 9′

Scheda film

Regia: Paolo Palermo;
Con: Jamal Hamza;
Produzione: Associazione Muud;
Formato: miniDV

Sinossi

La storia di Jamal, un profugo iracheno, sfuggito alla guerra e approdato a Brindisi, dopo un estenuante viaggio clandestino tra i porti del Mediterraneo. Le immagini dei telegiornali della seconda guerra in Iraq fanno da sfondo a migliaia di storie di emigrazione, di esilio forzato. Una storia unica, la sua, ma condivisa da molti che come lui lasciano l’Iraq e l’Afghanistan alla volta dell’Europa per sfidare la sorte attraversando il mare, confine non per tutti valicabile, della Fortezza Europa.

Il tempo delle arance

Nicola Angrisano
Rosarno (Rc) – 2010 – 30′

Scheda film

Regia: Nicola Angrisano

Sinossi

Realizzato da InsuTv a Rosarno nei giorni del pogrom e della deportazione dei migrantiper ritrovare, nelle immagini e nei racconti dei protagonisti, le ragioni della ribellione contro la violenza e l’apartheid. Cui è seguita la vendetta della mafia e del governo. Insieme alla proiezione ci sarà l’intervento di alcuni immigrati di ritorno da Rosarno.

Il sangue verde

Andrea Segre
Rosarno (Rc) – 2010 – 52′

Scheda film

Regia: Andrea Segre;
Fotografia: Luca Bigazzi, Federico Angelucci, Matteo Calore;
Musica: Piccola Bottega Baltazar;
Produzione: Andrea Segre (ZaLab) in collaborazione con Francesco Bonsembiante (JoleFilm) e Francesca Feder (Aeternam Films);
Formato: miniDV

Sinossi

Gennaio 2010, Rosarno, Calabria. Le manifestazioni di rabbia degli immigrati mettono a nudo le condizioni di degrado e ingiustizia in cui vivono quotidianamente migliaia di braccianti africani, sfruttati da un’economia fortemente influenzata dal potere mafioso della ‘Ndrangheta. Per un momento l’Italia si accorge di loro, ne ha paura, reagisce con violenza, e in poche ore Rosarno viene “sgomberata” e il problema “risolto”. Ma i volti e le storie dei protagonisti degli scontri di Rosarno dicono che non è così. Scovarle e dare loro voce è oggi forse l’unica via per restituire al Paese la propria memoria: quella di quei di giorni di violenza e quella del proprio recente quanto rimosso passato di miseria rurale.

Homeless United

Marco Leopardi, Emiliano Sacchetti
Milano – 2010 – 52′

Scheda film

Regia: Marco Leopardi, Emiliano Sacchetti;
Soggetto/Sceneggiatura: Emiliano Sacchetti;
Produzione: GA&A Productions/ RUVIDO Produzioni

Sinossi

Otto calciatori che non viaggiano in Porsche, non vanno in vacanza a Formentera e non vengono paparazzati insieme alle veline. Sono i ragazzi della nazionale italiana impegnati nella Homeless World Cup, il mondiale di calcio dei senzatetto. Una nazionale composta da zingari, immigrati irregolari, rifugiati politici, ex alcolisti e disertori. La loro vicenda, umana e sportiva, viene raccontata attraverso la storia del capitano, Angelo, che ha annegato la propria esistenza nell’alcol e nella violenza. Oggi cerca, con fatica, di rialzare la testa.

Famiglie migranti a porte aperte

Aldo Pavan
Giavera del Montello (Tv) – 2010

Scheda film

Regia: Aldo Pavan

Sinossi

“Famiglie migranti a porte aperte” è un progetto multimediale on line che fonde fotografie e video interviste. È stato realizzato per conto in occasione del grande meeting multiculturale organizzato dall’associazione Ritmi e Danze dal Mondo a Giavera del Montello (Treviso). Lo scopo di questo progetto è quello di mostrare la vita di ogni giorno che si svolge nelle abitazioni dei nuovi italiani che vivono nel Nordest. Purtroppo stanno emergendo con sempre più forza sentimenti di intolleranza nei confronti dei nuovi arrivati. Si fa strada la paura del diverso innescata ad arte dai partiti a caccia di consensi. Non esistono quasi politiche o iniziative che favoriscono l’integrazione o più semplicemente la reciproca conoscenza tra italiani e migranti. Troppo spesso le famiglie straniere sono al margine del contesto sociale quasi fossero dei corpi estranei con poche possibilità di interazione. Donne e uomini stranieri sono relegati al ruolo di semplici prestatori di forza lavoro. Con questo multimedia si vuole contribuire a gettare un ponte tra questi mondi diversi. Il progetto è stato realizzato dal giornalista e fotografo Aldo Pavan e presenta le storie di famiglie provenienti da Bangladesh, Cina, India, Marocco, Niger, Nigeria, Senegal e Ucraina. L’autore ha bussato alle porte delle case dei migranti. Ha trovato una grande disponibilità e apertura, e molta voglia di comunicare. I genitori hanno raccontato le loro storie e i loro desideri per il futuro. Hanno parlato anche i figli che spesso se la cavano molto bene con l’italiano.

Per un approfondimento: http://www.aldopavan.it/noimigranti/famigliemigranti.htm

Alysia nel paese delle meraviglie

Simone Amendola
Roma – 2010 – 40′

Scheda film

Regia, sceneggiatura, fotografia e montaggio: Simone Amendola;
Suono: Tullio Arcangeli;
Musiche: Vassilis Tsabropoulos;
Con: Fabio, Jessy, Serena, Bonzo, Youssef, Combo;
Formato: Betacam;
Produzione: PARSEC Cooperativa Sociale, Filmalbatros;

Sinossi

A Cinquina, recente periferia di Roma, c’è una realtà del tutto simile alle banlieues parigine. Le storie e gli sguardi, dei ragazzi del quartiere, parlano del paese in cui viviamo: una società in trasformazione in un contesto immobile. Il documentario è il  racconto delle seconde generazioni in una nuova periferia romana, costruito sugli sguardi penetranti dei protagonisti che vengono da storie di occupazioni e case popolari. Le voci fanno da coro alla storia di una giovanissima coppia mista, lui di origine capoverdiana e lei italiana, che hanno appena avuto una bambina. Una bambina che crescerà in un paese completamente smarrito, dove i figli di stranieri nati in Italia non sono considerati italiani…

Dalle note di regia

«Questo lavoro è il frutto di un rapporto di quattro anni con i ragazzi del quartiere Cinquina. […] Andavo nel quartiere una volta a settimana e ogni volta mettevo in piedi una scena con i ragazzi che c’erano, o che erano disponibili. Di conseguenza sono arrivato al montaggio con 15 ore di girato un po’ strampalato, ma alla fine nonostante tutto è venuto un buon lavoro che mi ha permesso di entrare di più nel quartiere e di conquistare la loro fiducia. L’anno successivo (2008) sono stati gli stessi ragazzi a chiedermi di girare un videoclip di un brano rap che avevano scritto (di cui un estratto si vede nel documentario) e finalmente nel 2009 è stato possibile cominciare a pensare a qualcosa di più complesso e sentito […] costruito su un rapporto profondo e consolidato con i protagonisti».
Fonte: Cineteca Nazionale

Vol spécial

Fernand Melgar
Frambois (Ginevra, Ch) – 2011 – 103′

Scheda film

Regia: Fernand Melgar;
Fotografia: Denis Jutzeler;
Suono: Christophe Giovannoni;
Montaggio: Karine Sudan;
Musica: Wandifa Njie;
Produzione: Climage – RTS – SRG SSR – Arte G.E.I.E.
Distribuzione in Italia: ZaLab

Sinossi

Ogni anno, in Svizzera, migliaia di uomini e donne vengono incarcerate senza processo né condanna. Per la sola ragione di risiedere illegalmente sul territorio, possono essere privati della libertà per un periodo di due anni in attesa della loro espulsione. Dopo “La Forteresse” – Pardo d’oro al Festival internazionale del film Locarno – che trattava delle condizioni di accoglienza dei richiedenti asilo in Svizzera, Fernand Melgar posa il suo sguardo sull’altra estremità della catena, ossia sulla fine del percorso migratorio. Il cineasta si è immerso nel corso di nove mesi nel centro di detenzione amministrativa di Frambois, a Ginevra, uno dei 28 centri di espulsione per Sans papiers in Svizzera. A Frambois si trovano alla rinfusa sia richiedenti asilo la cui domanda è stata rifiutata, sia clandestini. Alcuni tra questi si sono stabiliti in Svizzera da anni, hanno costituito una famiglia, lavorano, versano i contributi alle assicurazioni sociali e mandano i loro figli a scuola. Questo fino al giorno in cui i servizi cantonali di immigrazione decidono arbitrariamente di chiuderli in carcere per garantire la loro partenza dalla Svizzera. Il problema è che nessuno tra i detenuti è preparato a partire volontariamente, inizia quindi un lungo accanimento amministrativo per forzarli a farlo. Dietro le porte chiuse delle carceri, il faccia a faccia tra il personale e i detenuti assume col trascorrere dei mesi, una dimensione di intensità a tratti insostenibile. Da una parte, una piccola squadra unita, motivata e impregnata di valori umani, dall’altra uomini alla fine della loro corsa, vinti, esauriti dalla paura e lo stress. Si allacciano quindi rapporti di amicizia e odio, rispetto e ribellione, gratitudine e rancore. Fino all’annuncio dell’espulsione, spesso vissuto dai detenuti alla stregua di un tradimento, come un’ulteriore pugnalata. Questa relazione di «vita o morte», come è provato purtroppo dall’episodio più drammatico del film, si svolge per la maggior parte del tempo tra disperazione e umiliazione. Annientati dalla legge e dal suo implacabile ingranaggio amministrativo, coloro che si rifiutano di partire volontariamente verranno legati e ammanettati, costretti a indossare elmetti e pannolini, e imbarcati di forza su un aereo. In questa situazione estrema, la disperazione ha un nome: vol spécial.